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mercoledì 12 maggio 2010

Agricoltura biologica, biotecnologia e sviluppo sostenibile

Secondo la definizione tradizionale, lo sviluppo sostenibile è "uno sviluppo che risponde alle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie".

In altri termini, la crescita odierna non deve mettere in pericolo le possibilità di crescita delle generazioni future.


Le tre componenti dello sviluppo sostenibile (economica, sociale e ambientale) devono essere affrontate in maniera equilibrata a livello politico. La strategia per lo sviluppo sostenibile, adottata nel 2001 e riveduta nel 2005, è completata tra l'altro dal principio dell'integrazione della problematica ambientale nelle politiche europee aventi un impatto sull'ambiente.

Per questo si ricorre a metodi come l'agricoltura biologica e la biotecnologia    ( anche se da alcuni questa è considerata nociva e immorale )


L'agricoltura biologica è un tipo di agricoltura che considera l'intero ecosistema agricolo, sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati, promuove la biodiversità dell'ambiente in cui opera ed esclude l'utilizzo di prodotti di sintesi (salvo quelli specificatamente ammessi dal regolamento comunitario) e organismi geneticamente modificati.
Ha due obbiettivi strettamente connessi: salvaguardare la salute della Terra, e nello stesso tempo quella dei suoi abitanti, che dei prodotti agricoli si nutrono.

La salute della Terra (T maiuscola) dipende anche dalla salute della terra (t minuscola): è compromessa dagli ormai tristemente noti gas-serra, dalle industrie, dalle automobili, dagli impianti di riscaldamento e di condizionamento. Questi sono considerati i maggiori responsabili delle emissioni di C02 che stanno provocando l'aumento della temperatura globale. Ma non va taciuto che il ciclo completo dell'agricoltura incide per il 30% sul riscaldamento del pianeta.

Le sostanze chimiche usate nell'agricoltura tradizionale: concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi provocano la perdita di sostanza organica da parte del terreno.




Le biotecnologie.

Con il termine generico di biotecnologia (tecnologia biologica) si indicano tutte le applicazioni tecnologiche della biologia.

"La biotecnologia è l'applicazione tecnologica che si serve dei sistemi biologici, degli organismi viventi o di derivati di questi per produrre o modificare prodotti o processi per un fine specifico".

La biotecnologia può essere anche definita come l'utilizzo di esseri viventi al fine di ottenere beni o servizi.


Le biotecnologie sono utilizzate nel settore agroalimentare per ottimizzare il ruolo dei microrganismi, conosciuti da secoli, nella produzione di alimenti comuni. La conoscenza più approfondita (a livello molecolare) dei processi fermentativi di vino e birra, nonché dei meccanismi di incrocio e selezione di varietà animali e vegetali ha portato negli ultimi decenni il settore agroalimentare ad essere sempre più influenzato dalle biotecnologie.

Vi sono applicazioni che, pur non servendosi di microrganismi, sono classificate come biotecnologiche. Le biotecnologie sono infatti ampiamente utilizzate nello sviluppo di nuove terapie mediche o innovativi strumenti diagnostici.  E' usata anche per la clonazione.

Le biotecnologie sono tuttavia più spesso associate all'utilizzo di organismi geneticamente modificati.

Lo strumento principale di cui si avvalgono le biotecnologie, è l'ingegneria genetica.

giovedì 22 aprile 2010

L'Italia

Questa è l'Italia!


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L'Italia è stata abitata fin dagli albori della civiltà ed è stata culla e colonia di grandi popoli come Greci e Romani.
I Greci la considerarono addirittura, tanto era bella e fiorente, la "Magna Grecia", un luogo, quindi, importante come la Grecia stessa, o forse più. 
Per i Romani invece fù la patria della propia civiltà, il luogo in cui fondarono Roma, odierna capitale, e in cui posero le radici del oro grande impero.
Molte altre gloriose popolazioni nacqero in questo paese che ancora oggi ha la sua importanza nel mondo.

mercoledì 21 aprile 2010

L'uomo influenza l'ambiente?




Effetto serra, scomparsa delle foreste, riduzione della biodiversità, desertificazione, contaminazione dei suoli, dell’atmosfera e degli oceani con sostanze tossiche: sono tutti elementi di una crisi che mette in pericolo gli equilibri del nostro pianeta. Questa crisi è in larga misura responsabilità dell’uomo. E’ prodotta dalle attività economiche che dovrebbero dare risposte ai bisogni umani ma sono diventate invece, per effetto della logica del mercato, una minaccia per gli equilibri ecologici e la vita delle generazioni future.


L’uomo, da sempre, in tutte le sue attività, interagisce con l’ambiente modificandolo. Se però la mutazione dell’ambiente in epoche storiche poteva essere un fatto marginale per il "sistema terra" nel suo complesso, dato che il pianeta era scarsamente popolato, vediamo che con l’incremento demografico massiccio degli ultimi decenni e l’industrializzazione, che comporta un maggiore sfruttamento delle risorse ambientali e conseguentemente ad un maggior inquinamento, la distruzione dell’ambiente ha assunto una dimensione globale e proporzioni così allarmanti da convincere i governi, soprattutto dei paesi sviluppati a cercare strategie per porre rimedio a questo fenomeno. Una di queste prende il nome di "sviluppo sostenibile".

L'inquinamento del pianeta è purtroppo uno dei più grandi problemi dell'attualita.